erba velenosa

ACONITO

Non una foglia vibra. In attesa del giudizio divino l’aria intorno è ferma

Sulle Alpi si respira la forza della libertà ma nelle valli, gli eserciti in guerra non ne hanno. Combattere, eseguire ordini e basta.

Il confine l’ha voluto Dio con le montagne, a costruire passaggi ci ha pensato l’uomo e l’acqua potente dei ghiacciai, secolo dopo secolo, nei millenni. In montagna ci siamo noi partigiani, in lotta contro la guerra dei governi. Maledetti. Noi straccioni armati di idee e di armi prese al nemico.

Armati di cuore e spinti dalla speranza di liberazione. Sulla roccia a tendere imboscate, briganti a rapire l’anima degli schiavi, ad uccidere, uccidere, uccidere a tradimento.

Il gerarca ha sterminato i maschi ribelli, ha insozzato i letti, dorme con la pistola sul cuscino.

Ubriachi festeggiano il massacro. Maledetti. Nel paese la campana è muta come mai. Hanno bruciato la chiesa con il popolo chiuso dentro. Donne vecchi e bambini, e i pochi uomini, fucilati.

E poi, divorati gli animali più giovani e teneri, hanno brindato con il vino più buono del mondo.

Alcuni devono ancora lavorare. Sono affamati, incazzati per il comando ricevuto di rastrellare i fantasmi pericolosi, più in alto sulla montagna sconosciuta, mentre i fortunati in paese già festeggiano con le più belle, nudate per la scelta e il resto chiuse nella chiesa.  Sono arrivati quassù tra la neve. Il capo ha voluto il mio letto, la mia carne. Lui ha trovato pace e vuole mangiare ancora. Cucino per tutti i pochi militari del suo plotone d’acciaio e cucino per lui, maledetti assassini. Non una lacrima ho versato e lui mi guarda, mi fissa e ne vuole ancora. Di aconito napello ho fatto scorta e il cibo che servo loro ne è pieno come le mie Alpi, piene di questi fiori che assomigliano a un elmo. Mi stringe il braccio, mi strattona, lo metto seduto, gli dico mangia, l’ultimo bacio è il mio.

esercizio #Sese20righe_ultimobacio nel gruppo FB Scrittori e Scrittrici emergenti

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