un commento al romanzo breve L’invito, edizioni e-stories 2020, finalista al Premio Garfagnana in giallo sezione ebook 2016
“A volte per ritrovare se stessi è necessario perdersi, ma quanto può essere pericoloso?“ – sulla quarta di copertina la scrittrice Piera Carlomagno, porge il suo invito alla lettura con estrema chiarezza, bianco su fucsia patinato, accenna “di come un accecante, seducente miraggio possa condurre nel baratro più profondo.”
Il titolo dato a questo romanzo, è tutta altra cosa, è un piano diabolico, è la vendetta necessaria di un’anima diventata nera per amore, accecata da gelosia primordiale.

Ciò che più mi ha coinvolto è il racconto in prima persona della protagonista Mirella che diventa Greta e poi rinasce in una nuova Mirella, è la formazione dell’insoddisfazione umana prima che femmina, che vive in ben tre personalità, le pulsioni fatte carne e desiderio che rendono il racconto non solo intrigante ed avvincente, ma anche capace di scavare nelle profondità dei meccanismi mentali sottesi alla scelta delle maschere, delle bugie, degli inganni, delle menzogne, della passione nel vivere nascondendosi a se stessi.
“Per poche, ora lo so, pochissime persone, succede a volte che il non vissuto esca fuori dal cono d’ombra dell’immaginazione e metta le mani intorno al collo della verità”
La trama sembra semplice e scorrevole ma si afferra con soddisfazione solo alla fine, come deve essere è vero, ma senza essere scontata: è padronanza di stile.
“Non si accorse che a un certo punto ero morta. Morta di piacere e di desiderio, che mi aveva stretta, poi sciolta, poi rubata e aveva fermato il sangue nelle vene, che mi aveva avvolto i pensieri in un morso di felicità tanto improvvisa quanto assassina.”
Il bene e il male si aggrovigliano tanto che ogni piccolo capitolo è premessa per una attesa insopportabile, un risvolto che ogni lettore deve scoprire.
“L’amore quella notte fu incredibile. Felino e devastante. Spazzò via quello che c’era rimasto di me. Lasciò in piedi un simulacro di donna, una identità a cui erano state dilaniate le carni, ma soprattutto un corpo a cui era stata strappata l’anima.”
Dipendevo da lei, come prima ero stata schiava di lui.
L’intreccio dei sessi, il nemico che diventa alleato e l’odio che sale prendendo il controllo della mente, sono più che suspence o artificio letterario: è fame di antropologia criminale.
“… mi sento come il sole che tramonta nel mare e la mia angoscia si spande in tutto il corpo e nei pensieri.”
Se state pensando che può essere una lettura da fare sotto l’ombrellone, sappiate che va bene per una mattinata o un pomeriggio, si divora in poche ore, poi ogni uomo guarderà negli occhi la propria donna con paure tutte nuove, una donna così non mangia l’anima, divora tutta l’esistenza lasciando niente, anche ai figli.

“Però la tregua era terminata. Il cervello aveva cominciato a lavorare. C’è una reazione, c’è un fondo del dolore, c’è il momento in cui le mani prendono qualcosa che fa resistenza e tirano fino a strappare, accada quel che accada.”