un commento al romanzo UNA FAVOLOSA ESTATE DI MORTE di Piera Carlomagno, pubblicato da Rizzoli nel 2019 per Mondadori Libri
Non ci sono alibi, chi ha letto di Viola Guarino con #NeroLucano non può che desiderarne l’esordio raccontato dall’autrice nel romanzo una “Favolosa estate di morte”. A tutti quelli che ancora non conoscono questo intricato e complicato personaggio che nella vita fa l’anatomopatologa, posso dire di non rimandarne l’incontro perché è uno di quei protagonisti dei sogni che aiuta a curare ogni inquietitudine. Scienziata e strega, fragile e forte, passionale e fredda, desiderabile e respingente, severa ma umana oltre l’umano. Viola aiuta a comprendere la complessità dell’esistenza invisibile che ci accompagna, e lo fa attraverso le sue vicende che sono intricati percorsi emozionali, sensitivi e psicologici, che legano il reale di chi deve affrontare il dolore della perditadell’ammazzato, con l’essenza spirituale dei cadaveri con cui intrattiene dialoghi risolutori. Quei corpi e ciò che sopravvive alle autopsie, le parlano oltre la morte districando matasse attorcigliate di sospetti, moventi e volontà segrete fino ad arrivare alla scoperta di ciò che li rendeva protagonisti di una vita intensa ma bruscamente interrotta. I cadaveri sono due, abbracciati nella morte, più amanti tra loro che nella stessa vita. Il prima e il dopo hanno reso il percorso narrativo un viaggio che mi ha ipnotizzato come lettore. La Viola Guarino di Piera è essa stessa il romanzo di cui si desidera la continuazione, e così si capisce l’attesa per #NeroLucano, e la bramosia per un terzo episodio dove cercare le risposte a domande ancora aperte su questo personaggio incredibile.
La scena in cui Viola conosce la moglie di Loris è un piccolo capolavoro per la sua semplicità, per la sua tensione, per una straordinaria e travolgente ordinarietà che sbatte il lettore dentro l’intimo più realistico e normale della vita quotidiana di ognuno. L’amore di Viola e Loris è una scoperta lenta, si gusta con piacere crescente passando da questo romanzo a #NeroLucano, ma resta una storia irrisolta che diventa la trama di una serie di cui già fortemente si sente il bisogno, magari una trilogia lucana o magari l’esplorazione di nuove terre vicine con popoli e personaggi che aspettano, dietro l’angolo, di nascere in pagine nuove della Carlomagno.
“Sentiva il desiderio di mordere il nuovo sostituto procuratore.
E quel sobbalzo, quello di lui, non le era sfuggito, ed era coinciso perfettamente con il tuffo del suo cuore. Uno scatto contemporaneo nella testa di tutti e due. Sarebbero stati guai, lo sentiva.”
Per me l’attesa è la magia di un giallo. Il ritrovamento nelle pagine di segreti, indizi e prove, con lo svelarsi dei personaggi vivi con quelli morti ammazzati, è la verve, il brio del romanzo, l’estro dell’autrice ne fa un cocktail alcolico di cui la Carlomagno è ormai maestra, ma su questo vi rimando a due recensioni di prestigio, ecco i link:
“… ingredienti del noir oltre il noir di Piera Carlomagno” dalla recensione di Angelo Cennamo su TELEGRAPH AVENUE
“Una favolosa estate di morte” è IL giallo italiano per eccellenza, con tinte noir” dalla recensione di Sara Ferri su TRILLER NORD
Nel giallo c’è un indizio importante, un dipinto degli amanti … tornare a Matera:
«Della sua morte apparente o tanosi, quella che le ha permesso di aspettare tanto prima di vendicarsi di…»

più misterioso di un fantasma c’è solo un figlio di “pacchiana”che fa commenti 🙂
Un commento su “La Viola di Piera”
I commenti sono chiusi.