Fa troppo caldo

– Sono innocente! – grido forte con i piedi bruciati nella sabbia. Niente, a portarmi via sono due soldati venuti dal mare con l’uniforme bianca.

low angle shot of a person swinging on a rope tied to coconut tree

– Sulla spiaggia comanda la Capitaneria! – urlano anche loro ma rivolti al vigile urbano che sulla sala del lido si sbraccia e tenta di intervenire, lui prova a difendere i clienti del suo amico titolare dello stabilimento bianco e blu.

Niente, la calca dei curiosi si fa insopportabile, con questo caldo opprimente ci manca anche la folla dei bagnanti che stringe intorno – è il padre eterno che ci allena in terra alla pena dell’inferno – mi dico mentre struscio sulla fronte il polsino candido del marinaio, con forza per tergere il sudore che scende a fiumi dalla mia fronte e dal collo, mi agito, resisto alla legge, lui mi afferra le mani e io mi affranco con la sua giacca immacolata in un feroce braccio di ferro.

two brown wooden armchairs beside umbrella near seashore

–  Sono innocente! giovanotto lasciami stare! – gli urlo nell’orecchio, lui reagisce, e mentre la mia fronte trova conforto nel cotone della sua ascella asciutta, mi stringe al collo e mi butta a terra nella sabbia, prima bruciavano solo i piedi, adesso tutto il corpo.

– Che figura di merda! – ho tutti gli occhi puntati su di me, e allora guardo più sopra, alla seconda fila degli ombrelloni, nel posto che so a memoria e la vedo, niente, nemmeno questa volta mi guarda, continua l’uncinetto come sempre, ipnotizzata, nemmeno questo casino la distrae dal suo lavoro, veloce, ossessivo, un punto fiorellino dopo l’altro di cotone rosso che si ammaglia di passione un giro dopo l’altro.

Alberto, il bagnino dai muscoli d’acciaio e un cuore gigante, mi getta in faccia un secchio d’acqua fresca per spegnermi l’incendio.

Mi sveglio incazzato in una pozzanghera di sudore rovente, allagato nel lenzuolo bianco che mi si è attorcigliato sopra la testa, do un calcio al cuscino fuori dal letto come ultima reazione di una resistenza vana a pubblico ufficiale: – Le ho solo rubato una foto sotto la doccia! – un reato? un incubo! – La colpa non è mia, è sua, non mi guarda mai! – scoppio a ridere e se non mi decido a rivolgerle una parola, finirò al manicomio!

– Dai ricordati di Epicuro e vai. –

Ciò che una volta presente non ci turba, nell’attesa ci fa impazzire.