CAPRICCIO

Sto pensando ad una storia per un romanzo. Figlio e padre, subordinato l’uno all’altro come dovrebbe essere sempre. Di padre e figlio, famosi come nessuno, raccolgo informazioni. Li osservo da tempo, sono personaggi perfetti, ma che dico? Protagonisti, altro che chiacchiere.

Ancora non bastano gli appunti registrati. Li ho spiati da lontano, sono inavvicinabili come ogni VIP è ovvio: ci ho provato a contattarli, fisicamente dico, ma è stato inutile. Armato di microfono direzionale e macchina fotografica evoluta, di quelle che fanno anche i video, ridevo tra me e me a sentirmi un paparazzo professionista che bracca la preda, una importante. Per cielo, mare e terra ho viaggiato e speso una fortuna, provandoci sul serio. Niente, ho fallito. Sono indebitato e ormai sconnesso dalla famiglia, rinnegato. Arreso? Ma manco a pensarci.

Ho il mio romanzo, la storia c’è, vibra, la sento. Dovranno imprigionarmi, io non rinuncio. Immagini quante ne vuoi, leggo interviste, scoop, trattati e saggi, e quindi non giro più, mi sono fermato. Studio alla scrivania come un ossesso, ho smesso di visitare i luoghi dove è segnalata la loro presenza, leggo documenti dal mio computer connesso al mondo. Mi interessano i contrasti. Fan e detrattori fanno la guerra tra loro, il successo di questo padre e di questo figlio da alla testa, difficilmente li vedi insieme ad un party. Il mondo delle Very Important Person è un altro universo. Per darvi un’idea della potenza di questi due personaggi, ma che dico? Protagonisti, ho scelto un dialogo breve ma significativo. Giudicate e fatemi sapere.

Una sera, si sono parlati in giardino, non in uno qualunque, uno orientale, un giardino oggetto di mille e mille rassegne esclusive, mica capperi? Ulivi.

Con la primavera alle porte le stelle lontane anni luce assistevano incredule. La luna piena illuminava la scena e registrava il sibilo delle foglie agitate. Melodie e la solita brezza serale:

“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!”

“No figliòlo mi spiace, è un capriccio. L’umanità deve soffrire!”

arab old man standing by road
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pubblicato con pseudonimo TRICICLA nell’esercizio 20 righe del gruppo FB Scrittori e Scrittrici emergenti – foto dal web

ulivo

Fino all’alba

«Tesoro mio aspetta, fammi spiegare…» Brigida fa volare l’ombrellino del Cuba Libre per terra mentre il nettare alcolico inonda il bancone. Il bar è un deserto, Rick mostrava indifferenza fino a un secondo fa, arriva come un fulmine a pulire, prevede una rissa e mentre finge di seguire la TV, immagina di essere rimorchiato dalle due belle signore.

«Va bene, spiegati meglio, pensi che il mio sia tutto un film?» serafica Clarissa non si scompone, blocca la mano di Rick fermandone il vortice dello straccio sulla vecchia quercia consumata dai clienti. Il cuore di Rick pulsa impazzito sospeso a quella mano che lo tiene stretto. Lei sente sotto le dita scorrere il sangue impetuoso del giovane, lo trafigge negli occhi verde caraibico mentre gli sussurra nell’orecchio di raddoppiare le dosi, lo lascia di colpo e con distacco lo ringrazia. Rick precipita nel baratro delle occasioni perse. Rimmel pesante, pensa, ma fissando la bocca carnosa immagina oltre quelle spente parole di circostanza.

«Da quanto tempo ci conosciamo?» Brigida ha rovesciato con intenzione il cocktail per prendere tempo, sta pensando che l’amica deve aver capito qualcosa, è dai tempi del liceo che non hanno segreti.

«Non ci provare, mi stai facendo incazzare!»  lo sguardo di Clarissa è una sfida a duello, sa tutto ma offre all’amica la possibilità della confessione, la vuole nuda ai suoi piedi, l’ha sempre desiderata ma non ha mai osato dichiararsi. Gli fissa l’angolo della bocca e più forte sente un brivido mentre l’alcol in gola le avvampa il desiderio di lei.

«Perché sei così acida? Che ti prende?» – ma che stronza, stai divorziando e non hai detto niente, ma che posso farci se tuo marito mi ha cercato, frigida dal morire di freddo mi ha detto Carlo, sapevi che mi piaceva e me lo hai rubato, una stronza, questo sei.

«Perché mi hai voluta vedere, cos’è che vuoi da me?» – possibile Brigida che non capisci, ti ho preso Carlo perché ti volevo tutta per me, ne ero gelosa alla follia, tu pensavi a lui e io a te senza pace; te l’ho cancellato dalla testa, so che vi frequentate e so che la tua è solo pietà, dai confessa, a tuo marito non ci pensi? Dai, vieni via con me.

Non hanno mai avuto segreti tranne uno, inconfessabile come il desiderio di Rick, invisibile.

Svuotano i bicchieri e il silenzio prende tutto il bar. Rick deluso fa cenno loro che deve chiudere mentre spegne l’ennesima replica notturna della rassegna stampa dei giornali di domani. Dopo tanti drink a litigare, le vede andare via mano nella mano, invisibile lui negli occhi e nei pensieri di queste due belle signore con la fede al dito. Peccato, pensa Rick, mi sarei fatto rapire volentieri. Rimasto solo, la notte non si spegne ancora, almeno fino all’alba.

La ladra è lei, la giornata che viene e una vita a mentire mentre il desiderio ti scoppia dentro.

da un esercizio per #sese20righe_ladra su gruppo FB scrittori.scrittriciemergenti pubblicato con lo pseudonimo Cocca nervosa