Apostasia

Putin ha detto: «È apostasia.»

In Russia sembra iniziato un colpo di stato militare guidato dal suo ex cuoco, il padrone della società mercenaria Wagner. Forse siamo alla vigilia di cadere dalla padella alla brace. Fino a ieri Prigozhin era l’eroe che ha sterminato gli ucraini a Bakmut, oggi sembra diventato l’eroe dell’occidente che sogna di rovesciare il governo Russo. Un po’ di tempo fa anche in Turchia c’è stato un tentativo militare di ribaltare Erdogan ed è finita con un bagno di sangue. Se denaro crea denaro, sangue chiama sangue… e magari è tutta una commedia, forse un dramma, magari una tragedia. Pare che Aljaksandr Lukašėnka, il Presidente della Bielorussia ha messo una pezza alla questione.

Ho chiesto aiuto a ChatGPT per capire il senso di questa parola, sembra vero sempre tutto il contrario di tutto, nel tempo e nella storia cambiare idea come cambiare padrone è una libertà, sembra proprio libertà costituente… è questione di ore, forse domani mattina inizierà una guerra civile (i ceceni sono partiti all’inseguimento), la guardia nazionale e la polizia si prepara a difendere Mosca … forse come ho già detto la sceneggiata è finita prima di cominciare.

ecco l’articolo —–>

Il Concetto di apostasia: analisi politica, filosofica e religiosa.

L’apostasia, termine che deriva dal greco “apostasis” e che significa “abbandono” o “rivolta”, non è solo una questione religiosa, ma assume anche una rilevanza politica significativa. Nell’ambito politico, l’apostasia si riferisce all’atto di abbandonare o dissentire da un’ideologia o un regime politico. Tuttavia, oltre alla sua connotazione politica, la parola “apostasia” solleva anche critiche filosofiche sulla libertà di pensiero e sulla natura dell’identità individuale.

L’apostasia, termine che deriva dal greco “apostasis” e che significa “abbandono” o “rivolta”, è un concetto complesso che assume rilevanza non solo dal punto di vista politico e filosofico, ma anche religioso. Esploriamo dunque le diverse prospettive su questo argomento.

Prospettiva Politica

Nel contesto politico, l’apostasia si riferisce all’atto di abbandonare o dissentire da un’ideologia o un regime politico. Alcuni sostenitori dei diritti umani e dei principi democratici vedono l’apostasia come un’espressione della libertà di pensiero e del diritto individuale di cambiare convinzioni politiche.

Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, ha sostenuto il concetto di libertà religiosa e di coscienza come diritti fondamentali. Egli ha scritto che “il governo non ha alcun potere di prescrivere credenze religiose o coercire l’adesione ad alcuna professione di fede”.

Nelson Mandela, il famoso leader sudafricano nella lotta contro l’apartheid, ha difeso il diritto delle persone di cambiare le proprie convinzioni politiche. Ha affermato che “essere libero non è solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetti e riconosca la libertà degli altri”.

Critiche Filosofiche

Le critiche filosofiche alla parola “apostasia” mettono in luce il conflitto tra la libertà individuale e le aspettative sociali. Alcuni filosofi sostengono che l’identità di un individuo sia legata alle proprie convinzioni politiche e che un atto di apostasia possa essere visto come una forma di alto tradimento.

Jean-Paul Sartre, filosofo esistenzialista francese, afferma che l’identità è costantemente in evoluzione e che l’apostasia può essere vista come un passo verso una maggiore autenticità individuale. Secondo Sartre, ogni individuo ha il diritto di esplorare e ridefinire le proprie convinzioni politiche senza essere vincolato a un’ideologia dominante.

Friedrich Nietzsche, filosofo tedesco, sostiene che la vera grandezza di un individuo risiede nella sua capacità di superare le vecchie convinzioni e di abbracciare nuove prospettive. Secondo Nietzsche, l’apostasia può essere un segno di forza e di vitalità individuale, in quanto implica una rottura con le convenzioni e una ricerca di nuove verità.

Prospettiva Religiosa

Nel contesto religioso, l’apostasia si riferisce all’abbandono o al rifiuto di una fede o di una religione. Le prospettive religiose sull’apostasia possono variare ampiamente a seconda delle tradizioni, delle interpretazioni e dei contesti culturali.

Nella Bibbia cristiana, l’apostasia viene spesso considerata negativamente e vista come un allontanamento dalla verità divina. Ad esempio, l’apostolo Paolo afferma: “Alcuni si sono allontanati dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e dottrine di demoni” (1 Timoteo 4:1). Tuttavia, alcune correnti teologiche cristiane sostengono il concetto di libertà religiosa e la possibilità di cambiare o abbandonare una fede.

Nel Corano, il testo sacro dell’Islam, l’apostasia è considerata un atto grave. Secondo alcuni passaggi, l’apostasia è vista come una negazione della verità rivelata e può essere soggetta a pene severe. Tuttavia, ci sono interpretazioni diverse all’interno dell’Islam riguardo alla punizione per l’apostasia, con alcuni sostenitori dell’idea che la libertà di religione dovrebbe essere rispettata e che l’apostasia non dovrebbe essere perseguita come un reato.

In conclusione, l’apostasia è un concetto complesso che coinvolge prospettive politiche, critiche filosofiche e prospettive religiose. Dal punto di vista politico, l’apostasia può essere considerata un’espressione della libertà di pensiero e dei diritti individuali. Le critiche filosofiche sollevano interrogativi sulla natura dell’identità e sulla possibilità di cambiamento. Le prospettive religiose possono variare ampiamente, con alcune religioni che considerano l’apostasia come un atto negativo e altre che abbracciano la libertà di scelta e di ricerca spirituale. Alla base di tutto, è fondamentale trovare un equilibrio che garantisca il rispetto dei diritti umani, la promozione di società aperte e inclusive, e la tutela delle diverse libertà individuali e collettive.

25 giugno 2023

È bastata una giornata di rivolta per accendere l’attenzione dei media sulla guerra, già perché i centinaia di soldati morti ogni giorno non facevano e non fanno notizia… Che follia, eppure i media sembrano pilotati da autori privi di fantasia e provano con pillole ipnotiche di desideri imposti, come la fine di Putin, la Russia in crisi, la vittoria militare…

Nel giorno della festa del papà del 2022, a pochi giorni dell’invasione, dell’aggressione, della guerra in Ucraina, avevo in testa un solo augurio per ogni bimbo, avere un papà con cui giocare e non al fronte a fare la guerra.

Le immagini di ieri dell’operatore ecologico che spazza tra i carri armati della Wagner a Rostov-sul-Don, è stata emblematica di come si deve rispondere alle armi: non si combatte, si tratta e al soldato si chiede: «Cosa vuoi? Chi ti comanda? Per chi sei disposto a morire?».

Io credo che la sceneggiata di ieri abbia un regista che intende parlare ai soldati ucraini, dimostra loro che rivoltarsi al proprio comandante è possibile, se lo fanno i mercenari contro Putin, loro lo possono fare contro quei generali che li stanno mandando a morire giorno dopo giorno per un’idea di vittoria impossibile.

È girata una notizia secondo me vera perché banale: in poche ore la madre Russia ha bloccato le carte di credito e i conti correnti delle milizie mercenarie di Prigožin. Ecco come si fermano i mercenari, bloccando i soldi, ecco come si alimentano i mercenari, con il vile denaro… La rivolta di Prigožin è la difesa di una “società privata di servizi” che mamma Russia voleva e vuole nazionalizzare. Prigožin ha fame di conquista e come Zelensky vuole più armi per combattere e attaccare. Forse sarà arrestato proprio in Biolorussia, forse diventerà governatore dell’Ucraina liberata, di sicuro ha dimostrato che la guerra più utile è quella con le armi che non sparano…

I militari eseguono ordini e saranno loro a fermare la guerra a Kiev.

Era il 19 marzo 2022 e il mio augurio è sempre lo stesso: avere un papà che gioca e non fa la guerra…

donna boxer & kickboxing

la boxe è una lotta con i pugni, ma è anche una lotta con l’anima

«Caro Diario, riempio spazi di vuoto assoluto conscio della vanità di una pagina che non smette di piangere parole inutili.» Insorgenza contro oblio, nient’altro.

fit young male and female athletes training on punching bag in gym
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La boxe e il kickboxing, oltre ad essere sport di combattimento emozionanti, svolgono un ruolo significativo nella socialità e la psicologia delle donne. Come afferma Floyd Mayweather Jr., nel suo libro “The Soul of a Butterfly: Reflections on Life’s Journey”, la boxe è una lotta con i pugni, ma è anche una lotta con l’anima. Queste discipline offrono alle donne non solo la possibilità di esprimere la loro forza fisica e mentale, ma anche di superare stereotipi e dimostrare la propria autodeterminazione.

Gina Carano, nell’opera “Fighter’s Heart: One Man’s Journey Through the World of Fighting”, descrive il kickboxing come un’arte che le ha insegnato a canalizzare la sua forza interiore. Le donne che praticano queste discipline trovano un senso di potere e fiducia in se stesse, rompendo le barriere mentali e fisiche. Come sottolinea Joe Frazier nel libro “Box Like the Pros”, nessun uomo è abbastanza grande da poter vincere da solo; è la squadra che fa la differenza. Le donne che si dedicano al boxe e al kickboxing trovano sostegno in una comunità solidale che le aiuta a crescere sia sul ring che nella vita di tutti i giorni.

Ronda Rousey, nella sua opera “My Fight / Your Fight”, riflette sul fatto che le arti marziali insegnano che il vero potere risiede nella mente, non solo nel corpo. Attraverso l’allenamento e la pratica, le donne imparano a superare i propri limiti, ad affrontare le sfide con coraggio e determinazione. Laila Ali, nell’ispirante libro “Reach!: Finding Strength, Spirit, and Personal Power”, afferma che il boxe le ha insegnato a superare le proprie paure, a sviluppare abilità di autodifesa e a costruire relazioni all’interno di una comunità solidale.

In conclusione, la boxe e il kickboxing non solo offrono alle donne una piattaforma per esprimere la propria forza fisica e mentale, ma promuovono anche il potenziamento e la consapevolezza di sé stesse. Attraverso l’acquisizione di abilità di autodifesa e la sfida di stereotipi di genere, queste discipline diventano strumenti di crescita personale e di affronto delle sfide quotidiane. Come suggerito dai titoli dei libri consigliati, queste pratiche diventano un viaggio interiore, una scoperta della propria forza interiore e una ricerca di autenticità.

excited young black sportswoman showing biceps after boxing training
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man hit by boxing glove
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woman in black tank top and black boxing gloves
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ecco un esempio di articolo di ChatGPT, cioè usando l’artificio digitale 😂

Poi ci sono le botte senza guantoni ma questa è un’altra storia 😂

Università

“il campus respira, divora ogni silenzio e il vuoto d’una eterna attesa di grandezza, la sfida”

“the campus breathes, devours every silence and emptiness of an eternal expectation of greatness,
the challenge”

“le campus respire, dévore chaque silence et vide d’une éternelle attente de grandeur, le défi”

“el plantel respira, devora cada silencio y vacío de una eterna expectativa de grandeza, el desafío”

«кампус дышит, пожирает каждую тишину и пустоту вечного ожидания величия, вызова»

“校园呼吸着,吞噬着对伟大和挑战的永恒期待的每一份寂静和空虚”

“校園呼吸著,吞噬著對偉大和挑戰的永恆期待的每一份寂靜和空虛”

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L’autore Pedro Sancho Panzà ha colto l’essenza di un campus universitario con una singola frase. “Il campus respira, divora ogni silenzio e il vuoto d’una eterna attesa di grandezza, la sfida.” Queste parole evocano un’atmosfera vibrante, dove l’apprendimento e l’ambizione danzano insieme.

Il campus universitario è un luogo in cui il sapere fiorisce, le menti si incontrano e le idee prendono vita. Le aule risuonano di discussioni accese, mentre le biblioteche sono un’enciclopedia di conoscenza, pronta ad essere esplorata. Ogni passo è accompagnato dal fruscio dei libri e dallo scorrere ininterrotto delle idee.

Il campus divora ogni silenzio perché è una comunità vivace, dove gli studenti si sfidano a vicenda e si spingono verso nuove vette intellettuali. È un luogo in cui il pensiero critico si scontra con le teorie consolidate, in cui le prospettive divergenti si incontrano e si fondono per creare qualcosa di nuovo e audace.

Ma c’è anche il vuoto d’una eterna attesa di grandezza. Il campus è un terreno fertile per i sognatori, coloro che guardano oltre i confini dell’attuale conoscenza e si lanciano verso l’ignoto. È un’attesa carica di speranza, un’aspirazione a realizzare qualcosa di significativo, a lasciare un’impronta duratura nel mondo.

La sfida è il cuore pulsante di questo campus che respira. È il motore che spinge gli studenti a superare i loro limiti, a perseguire l’eccellenza e a rompere le catene dell’ignoranza. È attraverso la sfida che si realizza il potenziale nascosto, che si scoprono nuove passioni e talenti, che si costruiscono basi solide per un futuro brillante.

In conclusione, Pedro Sancho Panzà ha catturato la complessità e l’energia del campus universitario in questa frase. Il suo ritratto evoca una scena vivida in cui il sapere, l’aspettativa e la sfida si intrecciano in un crescendo incessante. Che tu sia uno studente, un professore o un visitatore, il campus è un luogo dove il respiro della conoscenza si fonde con la fame di grandezza, creando un ambiente stimolante e coinvolgente.

Elogio della bellezza

Il potere trasformativo dell’estetica.

La bellezza è un tema che ha affascinato filosofi, artisti e pensatori di ogni epoca.

Essa è capace di evocare emozioni profonde, sollevare lo spirito e trasformare la realtà che ci circonda. In questo articolo, esploreremo il potere trasformativo dell’estetica attraverso cinque titoli, ognuno dei quali accompagnati da una citazione forse famosa, forse falsa.

a) La bellezza come rifugio dalla vita quotidiana

La bellezza ci offre un rifugio dalla quotidianità, dallo stress e dai problemi della vita di tutti i giorni. Come scriveva Ralph Waldo Emerson: “La bellezza riempie gli occhi e il cuore, e ci affascina con il suo fascino dolce e inspiegabile”.

b) L’arte come espressione della bellezza

L’arte è una forma di espressione della bellezza, capace di trasmettere emozioni e sensazioni attraverso forme, colori, parole e suoni. Come scriveva Johann Wolfgang von Goethe: “L’arte è l’organizzazione di elementi in una struttura che suscita emozioni ed esperienze estetiche”.

c) La bellezza come simbolo di armonia e equilibrio

La bellezza è spesso associata all’armonia e all’equilibrio, come dimostra la bellezza delle forme matematiche o della natura. Come scriveva Platone: “La bellezza è il splendore della verità e l’armonia della proporzione”.

d) La bellezza come fonte di ispirazione per la creatività

La bellezza può essere una fonte di ispirazione per molte persone, soprattutto per gli artisti che trovano nella bellezza l’energia creativa per le loro opere. Come scriveva Leonardo da Vinci: “La bellezza è la migliore lettera di presentazione”.

e) La bellezza come strumento di trasformazione sociale

La bellezza può essere un’arma potente per trasformare la società e portare il cambiamento. Come scriveva Nelson Mandela: “La bellezza di un mondo migliore si trova nella diversità delle sue persone, culture e idee”.

In conclusione, la bellezza è una forza capace di trascendere la realtà, trasformare il nostro modo di vedere il mondo e ispirare la creatività. Grazie al suo potere trasformativo, essa ci invita ad esplorare nuovi orizzonti e a guardare oltre le apparenze per cogliere il vero significato delle cose.

Ieri discutevo della “necessità” dell’intelligenza artificiale, mentre ascoltavo e dibattevo un desiderio in testa m’assillava, devo chiedere a ChatGPT di scrivermi qualcosa per elogiare la bellezza: ecco un possibile risultato, la bellezza trasforma i pensieri, eccita l’azione, muove la vita, procede per traumi, nascosti, ferite mai chiuse.